Translate

giovedì 31 dicembre 2009

BUON ANNO!

AFRIKAANS gelukkige nuwejaar
ALBANIAN Gëzuar vitin e ri
ALSATIAN e glëckliches nëies / güets nëies johr
ARABIC aam saiid / sana saiida
ARMENIAN shnorhavor nor tari
AZERI yeni iliniz mubarek
BAMBARA bonne année
BASQUE urte berri on
BELARUSIAN З новым годам (Z novym hodam)
BENGALI subho nababarsho
BERBER asgwas amegas
BETI mbembe mbu
BOBO bonne année
BOSNIAN sretna nova godina
BRETON bloavez mad
BULGARIAN честита нова година (chestita nova godina)
BIRMAN hnit thit ku mingalar pa
CANTONESE kung hé fat tsoi
CATALAN feliç any nou
CHINESE xin nièn kuai le / xin nièn hao
CORSICAN pace e salute
CROAT sretna nova godina
CZECH šťastný nový rok
DANISH godt nytår
DUTCH gelukkig Nieuwjaar
ESPERANTO felicxan novan jaron
feliæan novan jaron (Times SudEuro font)
ESTONIAN head uut aastat
FAROESE gott nýggjár
FINNISH onnellista uutta vuotta
FLEMISH gelukkig Nieuwjaar
FRENCH bonne année
FRIULAN bon an
GALICIAN feliz aninovo
GEORGIAN gilotsavt aral tsels
GERMAN ein gutes neues Jahr / prost Neujahr
GREEK kali chronia / kali xronia
eutichismenos o kainourgios chronos (we wish you a happy new year)
GUARANÍ rogüerohory año nuévo-re
HAITIAN CREOLE bònn ané
HAWAIIAN hauoli makahiki hou
HEBREW shana tova
HINDI nav varsh ki subhkamna
HUNGARIAN boldog új évet
ICELANDIC farsælt komandi ár
INDONESIAN selamat tahun baru
IRISH GAELIC ath bhliain faoi mhaise
ITALIAN felice anno nuovo, buon anno
JAPANESE akemashite omedetô
KABYLIAN asseguèsse-ameguèsse
KANNADA hosa varshada shubhaashayagalu
KHMER sur sdei chhnam thmei
KIRUNDI umwaka mwiza
KOREAN seh heh bok mani bat uh seyo
KURDE sala we ya nû pîroz be
LAO sabai di pi mai
LATIN felix sit annus novus
LATVIAN laimīgo Jauno gadu
LINGALA bonana / mbula ya sika elamu na tonbeli yo
LITHUANIAN laimingų Naujųjų Metų
LOW SAXON gelükkig nyjaar
LUXEMBOURGEOIS e gudd neit Joër
MACEDONIAN srekna nova godina
MALAGASY arahaba tratry ny taona
MALAY selamat tahun baru
MALTESE sena gdida mimlija risq
MAORI kia hari te tau hou
MONGOLIAN shine jiliin bayariin mend hurgeye (Шинэ жилийн баярын мэнд хvргэе)
MORÉ wênd na kô-d yuum-songo
NORWEGIAN godt nytt år
OCCITAN bon annada
PERSIAN sâle no mobârak
POLISH szczęśliwego nowego roku
PORTUGUESE feliz ano novo
ROMANI bangi vasilica baxt
ROMANIAN un an nou fericit / la mulţi ani
RUSSIAN С Новым Годом (S novim godom)
SAMOAN ia manuia le tausaga fou
SANGO nzoni fini ngou
SARDINIAN bonu annu nou
SCOTTISH GAELIC bliadhna mhath ur
SERBIAN srecna nova godina
SHONA goredzwa rakanaka
SINDHI nain saal joon wadhayoon
SLOVAK stastlivy novy rok
SLOVENIAN srečno novo leto
SOBOTA dobir leto
SPANISH feliz año nuevo
SWAHILI mwaka mzuri
SWEDISH gott nytt år
SWISS-GERMAN äs guets Nöis
TAGALOG manigong bagong taon
TAHITIAN ia ora te matahiti api
TAMIL iniya puthandu nalVazhthukkal
TATAR yana yel belen
TELUGU nuthana samvathsara subhakankshalu
THAI (sawatdii pimaï)
TIBETAN tashi délek
TURKISH yeni yiliniz kutlu olsun
UDMURT Vyľ Aren
UKRAINIAN Z novym rokom
URDU naya saal mubarik
VIETNAMESE Chúc Mừng Nam Mới / Cung Chúc Tân Niên / Cung Chúc Tân Xuân
WALOON (“betchfessîs” spelling) bone annéye / bone annéye èt bone santéye
WELSH blwyddyn newydd dda
WEST INDIAN CREOLE bon lanné
YIDDISH a gut yohr








domenica 27 dicembre 2009

Area 51 : il caso Art Bell

Ad una emittente radiofonica perviene la telefonata di un uomo impaurito e singhiozzante come se stesse scappando da qualcuno. Era un impiegato
(medico?) dell'Area 51 e rivela scioccanti rivelazioni allo speaker:



sabato 26 dicembre 2009

Misteri irrisolti : che fine fece Amelia Earhart ed il suo aereo?


Prima donna aviatrice ad attraversare l'Oceano Atlantico, prima a tentare il giro del mondo, celebrità assoluta del suo tempo, business woman ante litteram, figura animata da un indomabile desiderio di libertà, Amelia Earhart fu resa leggendaria dalla sua tragica sparizione nel nulla, il 2 luglio del '37. Inutili le miliardarie ricerche autorizzate da Roosvelt: il destino la consegnava al mito, alle ipotesi di spionaggio o di tragedia nella tragedia, al ritorno perpetuo nell'immaginario legato ai misteri insoluti, fuori e dentro lo schermo.


Amelia Earhart nasce nella casa dei nonni ad Atchinson, nel Kansas, dove la madre Amy preferisce partorire, mentre il padre, Edwin, fa pratica legale a Kansas City. Dopo due anni e mezzo nasce la sorella, Muriel. Nel 1905 i genitori di Amelia si trasferiscono a Des Moines, Iowa, lasciando le figlie con i nonni. Solo nel 1908 queste raggiungeranno i loro genitori.

Nel 1914, Amelia decide di frequentare i corsi per infermiera, che la porteranno a prestare servizio in un ospedale militare in Canada, durante tutta la durata della Prima guerra mondiale. Nel 1920, all'età di 23 anni, va insieme al padre ad un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles.

È in quell'occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e ad un anno di distanza, con l'aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo ad un'altitudine di 14.000 piedi.

Nell'aprile del 1928 il capitano Hilton H. Railey, le propone di essere la prima donna ad attraversare l'Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii per le brutte condizioni del tempo, a bordo di un Fokker F7, chiamato Friendship (amicizia), decollano con Amelia Earhart, il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon. Sebbene sia relegata a ben poche funzioni, quando il team arriva in Galles, 21 ore dopo, gli onori sono quasi tutti per lei. Anche il Presidente Coolidge le invia con un cablogramma le sue personali congratulazioni.

All'inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, ha compiuto la trasvolata in solitaria; ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell'Irlanda del Nord. Il 24 agosto 1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles (California) a Newark (New Jersey). Sempre determinata e con l'intento di arrivare dove altri hanno fallito diventa la prima persona ad attraversare il Pacifico da Oakland in California ad Honolulu nelle Hawaii.

Nel 1937, quando ha quasi 40 anni, sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1º giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore Frederick J. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di ben 29.000 miglia che la porterà a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l'Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio. Tutto quello che è superfluo nell'aereo viene rimosso per far posto a più carburante che possa consentire approssimativamente 280 miglia extra. Le mappe che Noonan ha a disposizione non si sono rivelate molto accurate, ma ormai sono in prossimità dell'isola di Howland, dove è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio. All'alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..." A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland.

La notizia fa presto il giro del mondo, il Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di nove navi e 66 aerei per un costo stimato di circa quattro milioni di dollari. Le navi e gli aerei impegnati nella ricerca, il cui mandante era amico personale di Amelia, non giungono sul luogo se non dopo cinque giorni.

Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano.


Analizzando le varie teorie, tenta di resistere a tutte le obiezioni e scetticismi quella riguardante il coinvolgimento di Amelia in una missione di spionaggio. Secondo questa teoria, in una sosta erano stati potenziati i motori in modo tale che l'aereo potesse compiere una rotta più ampia, per arrivare a Howland nello stesso tempo che avrebbe impiegato viaggiando in linea retta. Questa teoria sostiene anche che furono montate delle potenti macchine fotografiche. Infine la trasvolatrice avrebbe poi simulato una avaria in modo tale da permettere agli americani di compiere le loro manovre. Il volo fu però compiuto di notte.

Nell'isola Nikumaroro (Kiribati) sarebbe stata ritrovata la suola di una scarpa numero trentanove o quaranta dello stesso modello di quelle indossate da Amelia. In più, analizzando una foto della trasvolatrice che scende dall'ala dell'aereo si sarebbe risaliti al suo numero di scarpe, che è per l'appunto trentanove. L'isola sarebbe stata perlustrata in modo superficiale e dall'aria.

Esiste anche un'altra teoria: sarebbe stata fatta prigioniera dai giapponesi con l'accusa di essere una spia ed in seguito giustiziata. Una donna afferma di averle parlato via radio mentre era tenuta prigioniera. Un'altra donna fornisce un'ulteriore testimonianza su alcuni dialoghi scambiati con una presunta Amelia, aggiungendo di aver assistito al momento dell'esecuzione; afferma di aver taciuto per più di 30 anni temendo che, parlando della Earhart, avrebbe potuto essere arrestata.

Secondo il documentario della National Geographic "Where's Amelia Earhart?" (2008) sarebbe sopravvissuta ai campi di prigionia e poi tornata in America sotto falso nome trascorrendo una tranquilla anzianità.


* Nel 2009 è stato realizzato un film biografico sulla sua vita intitolato Amelia. Il film è diretto da Mira Nair ed interpretato da Hilary Swank, nel ruolo della Earhart.
* Nel film Una notte al museo 2 -La fuga-, secondo episodio della fortunata commedia che vede protagonista Ben Stiller nei panni di un guardiano notturno del museo di Storia Naturale, Amelia Earhart diventa uno tra i personaggi principali del film ed aiuterà il protagonista nella sua avventura. Ad interpretare la Earhart abbiamo l'attrice Amy Adams.
* Nella versione originale del film Il Corvo viene citata nella battuta: «"This the victim?" "No, it's Amelia Earhart. We found her, detective, and you missed it.», tradotta in italiano con «"È la vittima?" "No ispettore. È Amelia Earhart. Noi l'abbiamo trovata, detective, e voi ve lo siete perso."»
* Nell'episodio "Una nuova terra" di Star Trek: Voyager viene citata Amelia Earhart facendo riferimento a un presunto rapimento da parte di extraterrestri.
* Nel simulatore di volo della Microsoft, Flight Simulator 2004 è possibile prendere i comandi del famoso aereo di Amelia Earhart.
* Nell' episodio "La Lotteria" (nona stagione episodio 18) di Friends Ross afferma che gli sarebbe piaciuto sapere cosa sia davvero accaduto ad Amelia Earhart.
* Alla fine dell'episodio "Terra Nova" di Star Trek: Enterprise viene citata da Travis Mayweather che elenca a T'Pol alcuni misteri irrisolti del pianeta Terra.
* In Taken Amelia Keys si presenta a Jesse Keys dicendo di chiamarsi proprio come la pilota scomparsa anni prima.
* Nel film Una pallottola spuntata 33 1/3 il protagonista, spulciando un archivio, trova tra le cartelle contenenti i più celebri casi irrisolti della storia americana, anche una intestata all'aviatrice.
* Amelia viene citata in alcune canzoni:
o Amelia di Joni Mitchell;
o Someday we'll know di Mandy Moore e Jon Foreman, cantata in seguito anche dai New Radicals;
o I Miss My Sky (Amelia Earhart's Last Days) di Heather Nova;
o Amelia di Vanessa Peters & Ice cream on mondays;
o Amelia Earhart degli Handsome Family.

FONTE : Wikipedia




venerdì 18 dicembre 2009

MARILYN MONROE X-FILES

Allegra, prorompente, piena di vita, incarnazione della "Fidanzata d’America", Marilyn non solo era destinata a far perdere la testa all’uomo medio, ma doveva, con i suoi comportamenti eccentrici e il suo sex appeal, esorcizzare lo spettro nucleare e la guerra fredda.1962: il corpo esanime di Marilyn viene scoperto tra le lenzuola rosa del suo letto. Il sogno si trasforma in un incubo. Sul comodino, diverse boccette di pillole vuote. La stampa parla subito di suicidio e la notizia fa il giro del mondo.


Il suicidio di Marilyn Monroe
connesso
all'area 51?



"Oggi ci troviamo sul limite di una Nuova Frontiera, una frontiera di possibilità e di pericoli sconosciuti. Riusciremo a sopravvivere in un’epoca in cui siamo testimoni della corsa agli armamenti nucleari, dei progressi scientifici, della conquista dello spazio?"

John Kennedy, Discorso di accettazione alla candidatura, 15 Luglio 1960

1962: la radio echeggia le note di Louis Armstrong, mentre Hollywood sforna "La conquista del West" con James Stewart, "Lawrence D’Arabia" con Peter O’Toole, "Cento ragazze e un marinaio" con Elvis Presley, e "Il Giorno più Lungo" con John Wayne e Robert Mitchum. Oltre ai pionieri del West e agli eroi dell’ultimo conflitto mondiale, musicals spumeggianti e commedie brillanti, fatti apposta per dimenticare la guerra. Norma Jean Baker Mortenson, in arte Marilyn Monroe, sembrava la "medicina" perfetta per il morale degli USA.
Allegra, prorompente, piena di vita, incarnazione della "Fidanzata d’America", Marilyn non solo era destinata a far perdere la testa all’uomo medio, ma doveva, con i suoi comportamenti eccentrici e il suo sex appeal, esorcizzare lo spettro nucleare e la guerra fredda.1962: il corpo esanime di Marilyn viene scoperto tra le lenzuola rosa del suo letto. Il sogno si trasforma in un incubo. Sul comodino, diverse boccette di pillole vuote. La stampa parla subito di suicidio e la notizia fa il giro del mondo.

"Suicidio un corno", tuona l’ex marito di Marilyn, Bob Slatzer. "L’hanno uccisa. Sapeva troppo". La diatriba è recente e scuote come un terremoto chi ci ha sempre creduto. Slatzer sostiene che la fine di Marilyn sa di servizi segreti e di cover up.
Ma perché sarebbe stata uccisa? Forse all’origine c’è il rapporto sentimentale che la legava all’allora Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy e a qualcosa che Kennedy le rivelò: un segreto di stato terribilmente scottante e che i servizi vollero, con la sua morte, seppellire definitivamente?
Secondo alcuni rivelatori e insiders, il predecessore di Kennedy, Eisenhower, avrebbe incontrato una delegazione aliena nel 1954, nella base aerea di Muroc. Da allora (probabilmente da una decina d’anni prima) il problema UFO sarebbe stato gestito dalle massime cariche dello Stato. Logico che anche il successore di "Ike" fosse a conoscenza del problema. Kennedy dunque sapeva? Lo attestano alcuni documenti siglati MJ-12. Anzi, Kennedy sarebbe entrato a far parte del novero di "chi sa" nell’immediato dopoguerra, prima come esperto di intelligence della Marina, poi come Congressman del Massachusetts.

Ma mentre Eisenhower lasciava carta bianca alla CIA, Kennedy pretendeva il controllo assoluto su ogni meccanismo di intelligence. Inoltre, in più di un discorso egli fece intendere che credeva nella vita extraterrestre e nel diritto dei cittadini di sapere la verità.La relazione fra John Kennedy e la Monroe era iniziata nel ‘54. Un vero colpo di fulmine. Una storia fatta di incontri clandestini al Carlyle Hotel di New York. Politicamente, imbarazzante. Quando Kennedy chiese al fratello Robert di "consolarla e farle dimenticare il Presidente", Marilyn - una donna per nulla uguale al cliché di bionda svampita per eccellenza - se ne accorse.
E non le sfuggirono, probabilmente, i viaggi improvvisi di John verso mete lontane, basi dell’aeronautica nel deserto del Nevada (come l’Area 51) per vedere "qualcosa proveniente dallo spazio", come risulterebbe da conversazioni telefoniche della stessa Monroe intercettate dai servizi. Ed ecco i suoi pianti, il suo terrore di rimanere sola, la minaccia quasi infantile di rivelare tutto ciò che sapeva alla stampa, se l’avesse lasciata anche Robert, di cui infine si era innamorata. Avrebbe detto tutto. Anche il terribile segreto.

Una morte atroce

Due giorni dopo quella telefonata di sfogo in cui minacciava di parlare di UFO e alieni alla stampa, la notte tra il 4 e il 5 Agosto 1962, Marilyn fu trovata morta nel suo appartamento al 12305 Fifth Helena Drive, a Brentwood, Los Angeles. Avrebbe ingerito pillole di barbiturici, a dozzine, senza ingerire neppure un goccio d’acqua.
Deceduta ufficialmente a mezzanotte, l’ambulanza viene chiamata solo alle 3.30. Giunti sul luogo, il paramedico e l’autista dell’ambulanza, James Hall, le danno dell’ossigeno. È vicina al coma. Si riprende, le torna il colorito in viso. Stanno per portarla via con la barella per trasportarla in ospedale, quando arriva il suo psichiatra, il dottor Ralph Greenson (morto nel 1979), che li allontana, si china su Marilyn e le pratica una violenta iniezione intracardiaca, spezzandole una costola. Marilyn muore in pochi istanti.
I paramedici sono esterrefatti: hanno appena assistito ad un omicidio. Lui è il dottore, loro poco più che infermieri, non possono protestare. Ma cosa c’era nella siringa?
Il certificato di morte, stilato dal dottor Thomas Noguchi (il coroner - medico legale - più famoso di Hollywood, scomparso recentemente), attesterà che l’attrice è morta per avvelenamento da barbiturici, solamente, non ingeriti, anche se sul corpo non vennero riscontrati segni di punture. Di Nembutal non si trova traccia nel fegato o nello stomaco. Solo nel sangue. Come le fosse stato iniettato in vena. O direttamente nel cuore. Effetto immediato. Alle 4.00 del mattino l’autoambulanza viene mandata via. Vuota. Il corpo della Monroe è ancora in casa. Prima di andarsene, l’autista vede giungere sul luogo un agente di polizia e un uomo in abiti civili. Lo riconosce: è Peter Lawford (morto nel 1984), cognato di John Kennedy.
Alle 4.24 l’agente di polizia Jack Clemmons viene chiamato dal dottor Greenson. L’attrice si è suicidata, dice. Al suo arrivo Clemmons trova la signora Eunice Murray, governante della Monroe e Greenson, il quale con voce stridula lo incita più volte a scrivere la parola "suicidio" nel suo rapporto. Ma a Clemmons i conti non tornano. Le versioni della Murray e di Greenson non coincidono e nel corso degli anni cambieranno considerevolmente.
Gli viene detto che l’attrice è morta a mezzanotte, perché aspettare oltre quattro ore, con un corpo senza vita in casa, prima di dare l’avviso e chiamare la polizia? E perché, se come afferma Greenson, Marilyn per suicidarsi si era chiusa in camera e lui per entrare aveva sfondato la finestra, i vetri rotti si trovavano fuori in giardino e non dentro, sul pavimento? Clemmons non trovò risposte ai suoi dubbi. Il diario di Marilyn, a cui lei stessa avrebbe accennato nella sua telefonata, pieno di argomenti scottanti e dichiarazioni esplosive, venne rinvenuto sul luogo e posto nella cassaforte dell’ufficio del coroner, Noguchi. Il giorno dopo era svanito. Mentre avrebbe fatto testo il referto autoptico addomesticato (che avvalora la tesi del suicidio mediante ingestione di 47 pillole di barbiturici) redatto da Theodore Curfey.
Presente all’autopsia, il vice coroner Lionel Grandison avrebbe testimoniato che ad occultare le prove sarebbe stato proprio il suo capo, il coroner di Los Angeles, Theodore Curfey.La stessa notte della morte di Marilyn, una macchina governativa con a bordo il senatore Bob Kennedy fu fermata da un agente della stradale, Lynn Franklin, a pochi chilometri dalla casa dell’attrice. La macchina andava a 120 Km orari in una zona il cui limite di velocità era di soli 40. L’agente riconobbe subito il senatore Kennedy, seduto sul sedile posteriore, al volante c’era Peter Lawford e accanto il dottor Greenson. I tre erano tesi, il volto madido di sudore. Avevano fretta. Dove era appena stato Bob Kennedy? A cosa aveva assistito?

Uno scenario allucinante

Secondo la ricostruzione dei ricercatori (e degli investigatori incaricati da Slatzer), sarebbe ipotizzabile il seguente scenario.
Quella sera Bob Kennedy si era recato a parlare con la Monroe, forse per dirle che anche lui, come il fratello, aveva intenzione di rompere la relazione. Sembra che tutti desiderassero Marilyn, ma che nessuno riuscisse a starle vicino per più di tanto. La reazione dell’attrice probabilmente fu terribile.
È possibile che Marilyn, di temperamento esplosivo, avesse deciso di convocare la stampa e dire tutto. Sarebbero allora intervenuti gli uomini dell’intelligence che, dopo aver allontanato il fratello del Presidente per evitare ogni complicazione, le iniettarono una prima dose di Nembutal. In fondo era la prassi, trattandosi di sicurezza nazionale. Poi si allestisce lo "scenario" del suicidio con tanto di flaconi vuoti di pillole, ma dimenticando di porre una brocca o un bicchiere d’acqua.
"Marilyn non riusciva a prendere neanche una piccola pillola per il mal di testa, senza un paio di bicchieri d’acqua", afferma chi la conosceva bene. Insomma, la tesi del suicidio non regge. La morte della Monroe sconvolse i due fratelli Kennedy, che non potevano attendersi un intervento così drastico da parte dei servizi segreti nel loro privato.
Non a caso, poco dopo l’accaduto il Presidente John Kennedy affermò: "lo stesso ufficio del Presidente viene usato per sovvertire i diritti dei cittadini, ed è mio diritto renderlo noto". Tra Kennedy e i servizi andava avanti un braccio di ferro iniziato quando il Presidente destituì Allen Dulles dalla carica di capo della CIA. E probabilmente uno degli argomenti di contrasto erano gli UFO. Forse la Monroe stava per rivelare cosa veniva custodito nell’Area 51? Come avrebbero reagito i media, di fronte a un testimone così in vista? Come insabbiare tutta la faccenda? Tappandole la bocca.

Le tesi di John Lear e Milton William Cooper

Forse John Kennedy aveva deciso che il prezzo del silenzio era diventato troppo alto e che c’era solo un modo per evitare che i servizi segreti e alcuni gruppi ombra acquisissero troppo potere: dire tutta la verità sugli UFO. Questa è più di una teoria, secondo John Lear, pilota aeronautico ed ex agente CIA e figlio di William Lear, magnate dell’industria Lear Jet. Noto in ambiente ufologico per le sue rivelazioni sul cosiddetto Patto Scellerato (accordo che un governo ombra, il Gruppo MJ-12, avrebbe stipulato con gli alieni all’insaputa degli elettori) Lear fu contattato da un ufficiale della Marina USA, Milton William Cooper, il quale raccontava di aver visto documenti militari concernenti gli UFO nel 1966, quando era di servizio sul sottomarino dell’US Navy USS Tiru.
Nel 1988, allontanato dal servizio per aver divulgato fatti coperti da segreto militare e aver parlato con il ricercatore Stanton Friedman, nei mesi seguenti Cooper vuotò il sacco e su un sito Internet parlò di tutti i documenti governativi top secret riguardanti gli UFO da lui personalmente visionati. Lear avallò gran parte delle sue rivelazioni.Nel 1988 decaddero i diritti sul famoso spezzone filmato di Abraham Zapruder, il cineoperatore che involontariamente impresse in 26 secondi di pellicola la morte del Presidente Kennedy. Così C. Hansson, un ricercatore indipendente che investigava sul caso JFK già da parecchio, lo incorporò in un suo documentario intitolato The Truth Betrayed: Dallas Revisited. Sempre alla ricerca di finanziamenti per le sue indagini, Hansson spedì una copia del documentario a John Lear.
Lear iniziò ad appassionarsi al caso JFK, e Cooper gli disse di conoscere il motivo per cui sarebbe stato organizzato l’attentato: Kennedy avrebbe minacciato alcuni esponenti dell’intelligence di "voler dire al pubblico tutta la verità sugli UFO e così il MJ-12 decise di farlo fuori". Cooper sosteneva di aver visto documenti timbrati MJ-12 che narravano con dovizia di particolari come l’assassinio fosse stato pianificato ed eseguito da uomini dei servizi. Quello stesso anno Lear mostrò il documentario di Hansson nel corso della riunione annuale degli ex agenti dei servizi segreti USA, che si tenne a Las Vegas, chiedendo ai colleghi: "se ipoteticamente i vostri superiori vi avessero ordinato di uccidere il Presidente degli Stati Uniti, avreste obbedito?" Quattro persone alzarono la mano.
Forse il terribile segreto di Marilyn fu lo stesso che causò la morte di un Presidente giunto alla decisione di rendere noto quello che oggi il dottor Michael Wolf definisce "Il Grande Annuncio". E questo certamente non piacque ai burrattinai. Non sapremo mai la natura dei segreti racchiusi nel diario rosso di Marilyn. Ma quelle pagine bruciano ancora, come pagine di storia mai scritte. Bruciano, come una verità ancora coperta da un’orribile "ragion di stato".



Il nuovo film di Leonardo Pieraccioni dal 18 dicembre al cinema. Ci si potrebbe innamorare di Marilyn Monroe se la bella attrice si presentasse sotto forma di un fantasma? E' quello che accade nell'ultima fatica di Leonardo Pieraccioni, che torna con un film di Natale scoppiettante e pieno di sorprese. A cominciare dall'inedita coppia gay Luca Laurenti e Massimo Ceccherini.



martedì 8 dicembre 2009

ADDIO MIO FEDELE AMICO






7/12/09 - SI SPEGNE IL MIO CANE, UN PASTORE BELGA , DOPO PIU' DI DIECI ANNI TRASCORSI INSIEME.
COME AD UNA PERSONA LI DEDICO QUESTA MIA BREVE POESIA COMMEMORATIVA.


Addio mio fedele amico,
elegante nella tua camminata come un cavallo dei corrazzieri da parata fino a che la vecchiaia non ti ha portato via,

Addio mio fedele amico,
grandissimo cuore tanto da accudire come una balia due piccoli micini,

Addio mio fedele amico,
sempre accanto a me nelle nostre piccole passeggiate tra i campi,

Addio mio fedele amico,
razza tanto bella da meritare i complimenti della gente,

Addio mio fedele amico,
non ho potuto salvarti all'inesorabile male che ci ha diviso.
Ti ricorderò sempre come una persona.

venerdì 4 dicembre 2009

Ragazza rettiliana?


Questa ragazza francese, Jennifer, parla in un talk show televisivo riguardo i suoi anomali occhi felini. Leggendo i commenti però ho l'impressione che non siano state poste le domande giuste. Questi sono le classiche pupille da rettiliano che molti testimoni affermano di avere notato su
alcuni individui.






Le varie razze rettiliane : http://digilander.libero.it/aliendream/razzealiene-4.html